Per lavoro stagionale si intende quel tipo di attività che non si svolge in modo continuativo, ma che si concentra in periodi circoscritti dell'anno. Si tratta di mestieri legati prevalentemente al settore del turismo (per esempio in estate presso alberghi, ristoranti e villaggi) e a quello dell'agricoltura.
Il lavoratore stagionale, dopo aver maturato due anni di assicurazione all'Inps e almeno 78 giorni di attività durante l'anno di riferimento, può richiedere l'indennità di disoccupazione con requisiti ridotti.
Le retribuzioni rappresentano il tasto dolente di queste prestazioni lavorative, soprattutto se confrontate con le paghe degli altri Paesi europei. Questa differenza è particolarmente evidente nel comparto agricolo. Se, infatti, in Olanda si guadagnano circa 2.000 euro al mese per raccogliere i pomodori (il minimo garantito è di 9,50 euro l'ora), in Italia difficilmente si superano i 25 euro al giorno per dieci ore di lavoro.
Oltre alla raccolta nei campi, lavori stagionali particolarmente diffusi in Italia sono la vendemmia, l'apicoltura, la pesca, la lavorazione di carni e formaggi, l'impiego presso centri estivi e strutture alberghiere.
L'elenco dei lavori a carattere stagionale è riportato all'interno di una legge molto vecchia: il decreto del Presidente della Repubblica 1525 del 1963. E' per questo che la normativa contiene anche attività che possono essere considerate stravaganti o retrò.
Ecco i dieci lavori stagionali più curiosi.
- Scuotitura, raccolta e sgranatura delle pigne
E' un mestiere assai diffuso in Toscana (soprattutto in Maremma) e nella zona di Ferrara, anche se con un numero limitato di addetti che sono autorizzati a lavorare tra novembre e marzo. Ancora oggi sono impiegati abili arrampicatori che raccolgono questo frutto, tipico del Mediterraneo e molto richiesto dal mercato estero per la prelibatezza dei pinoli che contiene. Di recente però si sono affermate le macchine scuotitrici, che dopo anni di studio sono state autorizzate anche nelle aree protette. - Lavorazione del falasco e del sommacco
Il falasco è una pianta erbacea tipica della zona mediterranea e più in particolare delle aree paludose. E' molto utilizzato in Sardegna, grazie alla resistenza del fusto e delle foglie, per impagliare sedie, costruire capanne e rinforzare la copertura delle case dei contadini. Si tratta di una pratica millenaria, presente ancora oggi grazie ai canoni fissati dalla bioedilizia, alla particolare tenuta termica del falasco e alla sua capacità di tener lontani gli insetti. Il sommacco è invece un arbusto presente sia in zone continentali che mediterranee. Ridotto in polvere, è stato utilizzato nei secoli per l'acconciatura delle pelli. Oggi, soprattutto in Sicilia, è usato come pianta da rimboschimento. La lavorazione di falasco e sommacco avviene tra maggio e agosto. - Maciullazione e stigliatura della canapa
A inizio Novecento l'Italia era la seconda nazione al mondo per quantità di canapa tessile prodotta. Era preceduta solo dalla Russia. Negli anni Sessanta l'interesse per la canapa diminuì notevolmente. Negli ultimi anni però è tornato in voga. In genere viene raccolta ai primi di agosto, per poi essere macerata e stigliata (il nucleo viene liberato dagli steli) tra i mesi autunnali e quelli invernali. Nel Belpaese, la sua lavorazione è diffusa soprattutto in Emilia Romagna (in particolare nel Ferrarese) e in Campania. - Allevamento bachi da seta, cernita, ammasso e stufatura dei bozzoli
Avveniva nei mesi di giugno-luglio, quando il clima cominciava a scaldarsi e favoriva l'allevamento dei bachi da seta. A quel punto si lavorano i campi per favorire la produzione del gelso, principale nutrimento dei bachi. Tra XVIII e XIX secolo, l'Italia primeggiò in questa attività, che però cominciò a diminuire nel periodo tra le due guerre sino a scomparire quasi totalmente negli anni '50 per via della fortissima concorrenza della Cina. - Scorzatura del sughero
Il processo produttivo del sughero inizia con l'estrazione della corteccia dalle querce da sughero. Tale attività è denominata "scorzatura" o "decortica". I pezzi di corteccia vengono poi trasferiti nello stabilimento per la trasformazione, che inizia dopo un periodo di stagionatura di molti mesi, al termine del quale vengono appiattiti e alleggeriti tramite l'immersione in acqua bollente. A quel punto, il sughero è pronto per la lavorazione, che cambia a seconda della destinazione. La scorzatura si svolge in genere dal primo maggio al 31 agosto. La regione italiana in cui si svolge quest'attività è la Sardegna. - Salatura e marinatura del pesce
La salatura riguarda il merluzzo e le acciughe. Nel primo caso si salano i filetti di pesce in vasche sotto pressione per diversi mesi. Le acciughe, invece, dopo essere state salate, vengono lasciate maturare in barili sotto pressione. La marinatura si applica ad aringhe, salmoni, gamberetti e mitili. In questo caso, i pesci vengono messi nell'aceto e quindi "cotti" dall'acido acetico. Il processo inizia in estate e generalmente dura almeno tre mesi. Si tratta di un lavoro che in Italia si svolge prevalentemente inSicilia. - Spiumatura della tiffa
La tiffa è una pianta diffusa in diverse regioni, soprattutto in Emilia Romagna (nel Ferrarese) e comunque in zone umide con acque stagnanti come le paludi. L'infiorescenza della tiffa veniva fatta essiccare per poi essere adoperata dai fioristi come decorazione. Toccava ai lavoratori stagionali eseguire i passaggi necessari (la spiumatura) per renderla utilizzabile sul mercato. Oggi, tuttavia, la pianta è diventata specie protetta e quindi non si può più toccare. - Lavatura della paglia per cappelli
L'attività, particolarmente diffusa nel XIX secolo, si svolgeva prevalentemente nel semestre invernale in attesa dell'estate. Consisteva nel ripulire e lavare la paglia che si utilizzava per la produzione delle "pagliette", i copricapo fatti appunto con la paglia. Dagli anni Settanta, però, questa pratica è sostanzialmente scomparsa. - Spalatura della neve
Si tratta di un mestiere che, ovviamente, viene praticato nei mesi invernali nelle aree soggette a nevicate. In genere, i lavoratori stagionali vengono reclutati dalle amministrazioni comunali o dalle aziende municipalizzate che si occupano della nettezza urbana. - Sgusciatura e insaccamento delle nocciole
Questo lavoro stagionale si concentra in Piemonte, in particolare tra Cuneo, Asti e Alessandria. Laraccolta delle nocciole viene eseguita quando i frutti si staccano spontaneamente dalle piante, cioè tra agosto e settembre. Nella maggior parte dei noccioleti, la raccolta è ormai meccanizzata. Un macchinario aspira le nocciole dal suolo e, dopo averle separate dai residui di terra e da altre scorie, procede all'insaccamento. Le insacca, cioè, in sacchi di juta. Quest'operazione, negli ultimi decenni, era affidata più spesso agli operai. Dopo questa fase, il raccolto viene portato nelle aziende che si occupano della sgusciatura.. E' in questo passaggio che viene ancora utilizzata manodopera stagionale.
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