lunedì 31 ottobre 2011

Steve Jobs, le ultime parole raccontate dalla sorella Mona Simpson


«Prima di andarsene ha guardato sua sorella Patty, poi per lungo tempo i suoi figli, poi la compagna della vita, Laurene, e poi dietro di loro, sopra le loro spalle. Le ultime parole di Steve sono state: "Oh Wow, Oh Wow, Oh Wow"». Nel suo elogio funebre pubblicato dal New York Times, Mona Simpson, la sorella biologica di Steve Jobs, ricorda gli ultimi istanti trascorsi con il fratello prima della sua morte, lo scorso 5 ottobre. «Mi chiamò martedì mattina dicendomi di sbrigarmi ad andare a casa sua a Palo Alto: ³Vorrei dirti alcune cose²». Mona arrivò a casa di Jobs nella tarda mattinata: il fratello stava scherzando con la moglie, assopendosi di tanto in tanto. Fino alle due, Laurene era riuscita a tenerlo sveglio per parlare con alcuni amici di Apple.

«Dopo è apparso chiaro che non si sarebbe più svegliato. Il suo respiro è diventato misurato, studiato, controllato. Mi pareva che contasse i suoi passi, cercando di andare, come succedeva con la carrozzella, sempre più lontano. Sono convinta che stesse lavorando anche su questo, sulla sua morte. La morte non l'ha colto di sorpresa, è stata un traguardo conquistato».

Jobs e la Simpson, scrittrice e insegnante di inglese all'Università della California, scoprirono la loro parentela solo nel 1985. L'avvocato di Mona la informò che suo fratello era «un uomo ricco e famoso». Per un certo periodo, pensò che fosse John Travolta, poi scoprì che era Steve Jobs. Durante il loro primo incontro, ricorda, fecero una passeggiata insieme: Steve le spiegò che lavorava nel mondo dei computer e lei rispose che non ne aveva ancora comprato uno e che aveva in mette di acquistare un Cromemco. Steve rispose: «Hai fatto bene ad aspettare, perché noi stiamo lavorando a qualcosa di follemente bello».

Mona racconta che per suo fratello «il più alto valore non era la novità, ma la bellezza. Se gli piaceva una maglia, ne ordinava 10 o 100 uguali. Possedeva tanti dolcevita nera che con quelli avrebbe potuto vestire tutte le persone presenti al suo funerale»

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